La scala a chiocciola di Robert Siodmak (1946), Rete Capri (122 dt), ore 21,00. Mercoledì 6 novembre 2019.
Uno dei film dell’incontro a Hollywood tra cinema e psicanalisi, uno dei vertici del genere insieme a Io ti salverò di Hitchcock, Dietro la porta chiusa di Fritz Lang e a Lo specchio scuro sempre di Robert Siodmak. Il quale non per niente veniva dal Centro Europa, migrante come tanti altri suoi colleghi sull’asse Berlino-Hollywood. Dunque per appartenenza, cultura, gusto, sensibilità, assai pronto a cogliere il messaggio freudiano e a immetterlo nel cinema-spettacolo. Ma qui Siodmak, originario di una famiglia ebraica di Dresda, omaggia esplicitamente – nell’uso intensivo e ipercontrastato del bianco e nero, delle inquadrature sghembe – la stagione del cinema espressionista tedesco, da cui mutua non solo le tecniche di ripresa, lo stile, la fotografia, ma anche il senso di desolazione e di angoscia di fronte a un’incombente, oscura minaccia. Siamo nell’America del primo Novecento. Helen, una ragazza che ha perso la parola dopo uno shock, lavora come badante presso una ricca e anziana signora. Un serial killer colpisce nella zona, prendendo di mira preferibilmente giovani donna con qualche problema fisico. Ovvio che Helen diventerà il suo obiettivo. Con una scena di paura memorabile in cui una scala a chiocciola si trasforma in allucinazione, e discesa verso l’abisso dei propri fantasmi e dell’inconscio. Un simbolismo potente pur nella sua basicità. Con Dorothy McGuire e Ethel Barrymore.
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Un film fondamentale stasera in tv: LA SCALA A CHIOCCIOLA di Robert Siodmak (mercoledì 6 novembre 2019, tv in chiaro)
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