
Crazy, Stupid, Love

The English Teacher
Cliccare il link per la recensione di questo blog. Alcune si riferiscono a precedeti messe in onda.
Seguendo la flotta, Rete Capri (66 dt), ore 21,00.
Michael Collins di Neil Jordan, Cine Sony, ore 21,00.
Il comandante e la cicogna di Slvio Soldini, Iris, ore 21,00.
Il cigno di Charles Vidor, la7, ore 21,10.È
La gabbia dorata di Diego Quemada-Diez, Tv2000, ore 21,15.
When You’re Strange di Tom Di Cillo, Rai 5, ore 21,15.
Crazy, Stupid, Love, Italia 1, ore 21,17.
L’amore ha due facce di Barbra Streisand, Nove, ore 21,30.
Ultima notte a Warlock di Edward Dmytryk, Rete cari (66 dt), ore 22,30.
The English Teacher, Rai Movie, ore 22,45.
Un vehicle per Julianne Moore, che fa suo il film quale insegnante di inglese in un liceo di provincia sola e senza amori, ma forte dell’amore per il suo mestiere. Vissuto, ebbene sì, come una missione. Dedita ai suoi allievi, soprattutto quando mostrino un qualche talento. Come nel caso di Jason, che lei, Linda, ha introdotto a suo tempo alla bellezza degli studi umanistici e che è appena tornato a casa sconfitto dopo aver tentato a New York di sfondare come drammaturgo. Il padre vuole spingerlo verso gli studi di legge, ma interviene Linda a sostenerlo, a credere nelle sue capacità e in uello che ha scritto, a fare in modo che il suo play vada in scena. Regia diligente di Craig Zisk per una storia che resta nell’area di sicurezza della convenzione, ben al di qua di ogni possibile complessità. Però c’è Julianne Moore.
Le avventure galanti del giovane Molière, la7, ore 23,15.
Anna Karenina di Joe Wright, Rete 4, ore 23,30.
Un posto per riposare, Italia 7Gold, ore 23,30.
Vecchio film anni Ottanta integrazionista e di denuncia sull’eterna questione dei black americani ei razzismi e suprematismi bianchi. Siamo ai tempi della guerra in Vietnam. Un ufficiale accompagna la salma di un ragazzo nero caduta in azione nella sua città in Georgia, profondissimo Sud. Chiede che al caduto venga tributato un funerale solenne, ma le autorità si rifiutano ordinando la sepoltura nel cimitero segregato. Didascalico, certo, bene intenzionato e ultracorretto, ma film come questi tornano utili per ricordarci com’era, e non un secolo fa, la relazione dell’America, di certa parte d’America, con la sua popolazione nera. Con Morgan Freeman.
Il figlio più piccolo di Pupi Avati, Iris, ore 23,40.
Il film avatiano del 2010 che ha lanciato Nicola Nocella, il meraviglioso e assai premiato attore del recente Easy. Ritratto nerissimo e feroce di un’Italia per niente bonaria, con al centro un imprenditore lestofante che sembra discendere direttamente da certi enormi, mostruosi Gassman e Sordi della passata commedia italiana. E interpretato alla grande da un Christian De Sica mai così sordido e turpe. Un uomo che si sposa solo per mettere le mani sul matrimonio della moglie. Che, quando avrà bisogno per i suoi loschi affari di un prestanome, andrà a ripescare il figlio ingenuo e perbene (Nocella) di cui non si è mai occupato nominandolo a capo della sua azienda in pericolo. Pupi Avati, in uno dei suoi film più cupi e desolati, cerca di mandare in frantumi il cliché degli italiani brava gente, e ci riesce benissimo.
Boygirl, questione di… sesso, Italia 1, ore 23,41.
Rom-com in versione teenager di una decina di anni fa, con alla base un’idea bizzarra e potenzialmente esplosiva: un ragazzo e una ragazza che mai si sono sopportati sono costretti da una maledizione azteca (neanche fossimo in un fumetto anni Trenta) a trasferirsi nel corpo dell’altro/a. Ecco, a sessi scambiati scopriranno di essere molto più legati, e gelosi uno dell’altra, di quanto non avessero mai immaginato. Tutto viene mantenuto da regista e sceneggiatori sul piano traquilizzante delle schermaglie adolescenziali, piallando via ogni possibile riflessione sui ruoli e i generi.
In Time, 20, ore 0,00.
Distopico decisamente buono di un regista discontinuo ma spesso interessante come Andrew Niccol. Che stavolta mette in scena un inquietante nostro domani prossimo e possibile dove è il tempo il massimo valore, la merce più ambita. Perché ognuno ha in dotazione alla nascita 25 anni, scaduti i quali implode, muore: un patrimonio che può decidere di spendere come vuole, ma che può anche incrementare secondo metodi accuratamente codificati e regolati dalle supreme autorità. Me lo ricordo niente male, anche visivamente interessante, in un’America dei margini e della provincia dominata dalla gessosità del cemento. Con Amanda Seyfried e Justin Timberlake.
Trust di David Schwimmer, Rai Movie, ore 0,15.
Ufficiale e gentiluomo di Taylor Hackford, Paramount Channel, ore 0,40.
Uno dei film simbolo dei primi anni Ottanta, enorme successo trasnazionale, e platee femminili e gay definitivamente conquistate al culto di Richard Gere, che da allora non perderà mai più il suo status di sex symbol. Con scene memorabili entrate nell’immaginario collettivo (ma si dirà ancora?): l’addestramento delle reclute da parte del bastardissimo sergente Lou Gossett Jr., e quella finale con Gere in bianca divisa che si porta via dalla fabbricaccia Debra Winger. Esemplarissimo racconto di formaziomne di un ragazzo semisbandato e con famiglia disastrata alle spalle che attraverso la rude disciplina militare diventa uomo fatto e finito. Il fascino della divisa alla Liala riverniciato a misura degli anni Ottanta dell’immagine e della scoperta del potere fascinatorio del look. Però che coppia, Richard Gere e Debra Winger. Regia di Taylord Hackford, uno che il cinema popolare lo sapeva, e lo sa, fare.
The Italian Stallion, Cielo, ore 0,45.
Il film che Stallone vorrebbe cancellare dalla sua vita. Un erotico, anche se non così esplicito, del 1970 con l’allora sconosciuto Sly nella parte di un eroe del sesso. Uno che con la sua partner passa giornate intere a letto a eplorare ogni possibile tecnica di accoppiamento. Decidono di organizzare un grande party orgiastico lasciando inviti dappertutto, e sarà per Sly l’occasione di scatenarsi. Stallone ha detto di aver accettato per fame, per 200 miserabili dollari. Oggi The Italian Stallion è un culto per come, nella sua sgangheratagine, restituisce certa New York marginale e strafattistica di quegli anni.
I nostri ragazzi di Ivan De Matteo, Rai 2, ore 1,00.